Ci sono bambini e ragazzi che fanno fatica a condividere contesti allargati, che si ritraggono sempre più dai contatti con coetanei, che collezionano molte assenze a scuola per mal di pancia, faticano a uscire di casa, con il rischio di rinchiudersi nelle pareti domestiche.
In casa possono essere mogi e taciturni, ma spesso, se non assecondati, sono scontrosi, rimangono rigidi nelle loro posizioni e fermi nelle pretese.
L’esperienza ci dice che possono esserci diversi quadri clinici sotto lo stesso sintomo: ci sono casi in cui prevale il senso di depressione, la bassa autostima e il timore di non essere all’altezza delle aspettative degli adulti; ci sono situazioni in cui si va strutturando un vero proprio senso di alienazione dal mondo e ritiro in una dimensione non reale di trionfo narcisistico; ci sono ragazzi che, chiusi in camera, continuano il loro compito evolutivo di socializzazione (senza corpo) con l’uso dei social network, rimanendone imbrigliati.
I genitori sono in ansia per le sorti scolastiche del figlio, si sentono inadeguati, arrabbiati e soli davanti ad una scuola che sottolinea le mancanze senza riuscire a costruire risposte. Sempre più sfiduciati provano a convincere il figlio ad andare a scuola, a frequentare attività extra scolastiche, passando da atteggiamenti di accondiscendenza a esplosioni di rabbia e minacce.
Per poter essere d’aiuto è importante che i genitori non facciano a loro volta quello che facevo il figlio: occorre non rifiutare il dialogo con la scuola, non ritirarsi dai contatti sociali, non soccombere al timore di non essere adeguati e neppure isolarsi nel tentativo di creare con il figlio un “microcosmo perfetto”.
I consulenti del Centro Clinico sono a disposizione su appuntamento.