𝐺𝑖𝑜𝑟𝑔𝑖𝑎 𝑆𝑐𝑎𝑖𝑜𝑙𝑎 – 𝑝𝑠𝑖𝑐𝑜𝑙𝑜𝑔𝑎 𝑒 𝑝𝑠𝑖𝑐𝑜𝑡𝑒𝑟𝑎𝑝𝑒𝑢𝑡𝑎 𝑖𝑛 𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒
Quante volte è capitato di ascoltare, come spettatori o diretti interessati, frasi quali “è intelligente, ma non si applica” o “non ha voglia di studiare” o ancora “manca di forza di volontà”. Affermazioni simili sono spesso presenti nelle descrizioni di bambini e ragazzi che avrebbero le risorse per farcela, ma per qualche sconosciuto motivo trovano il proprio percorso di studi cosparso di ostacoli.
Il concetto di motivazione, come tradizionalmente viene inteso, prevede l’esistenza di una forza interna o esterna all’individuo che lo conduce al raggiungimento di un obiettivo. Tale concezione rischia però di veicolare un messaggio errato: se gli studenti sono considerati soggetti passivi privi di forza di volontà, c’è la possibilità che la mancanza di motivazione venga utilizzata dagli alunni come “alibi” , in conseguenza al quale diminuire il proprio impegno e sentirsi legittimati a farlo, nel nome di una caratteristica mancante della propria personalità. A partire da questo concetto, quindi, è bene che l’apprendimento preveda un coinvolgimento attivo dello studente, che si percepisce così inserito in un’attività alla quale attribuisce significato e valore, aprendo alla possibilità di una lettura differente rispetto al mero compito percepito come “dovere scolastico”.
Una strategia utile potrebbe essere quella di chiedersi le ragioni di uno scarso investimento scolastico da parte dello studente: ha timore di essere considerato un “secchione” e quindi deriso dai pari? Sceglie di impegnarsi in attività sportive o extra scolastiche più gratificanti? Identificare e comprendere le ragioni che stanno alla base di credenze distorte o scelte di vita è un primo tentativo per accogliere lo studente e comprenderlo, rendendolo creatore delle proprie decisioni.
L’etichettamento di un alunno come “demotivato” o “svogliato” non favorisce sicuramente l’individuazione di strategie utili per aiutare il ragazzo. Porsi invece nella condizione di ascoltare e tentare di comprendere quali sono i suoi interessi, cosa lo appassiona o al contrario cosa teme o aumenta la sua ansia, potrebbe essere d’aiuto per trovare un punto di incontro e condurlo ad una maggiore comprensione di se stesso.