𝑆𝑖𝑙𝑣𝑖𝑎 𝑆𝑎𝑟𝑡𝑖 – 𝐷𝑜𝑡𝑡.𝑠𝑠𝑎 𝑖𝑛 𝑝𝑠𝑖𝑐𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑎 𝑐𝑟𝑖𝑚𝑖𝑛𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑐𝑎 𝑒 𝑓𝑜𝑟𝑒𝑛𝑠𝑒
Quando si lavora con gli adolescenti si vede come ci sia un’infinita varietà di modi per farsi “ammirare”: c’è quello che nel gruppo fa sempre il simpatico, quello che si veste in modo molto differente dagli altri, quella che usa molto trucco, quello che fa il saputello o quello che pensa di nascondersi stando sempre zitto. Ognuno di loro mostra e nasconde di sè quello che vuole. L’ambivalenza tra la paura della vergogna e il desiderio di essere ammirati, sebbene sia presente nell’individuo in diversi momenti della vita, in adolescenza si fa pressante. La necessità di compiere una scelta tra cosa tenere al sicuro nell’ombra e come, invece, esporsi allo sguardo dell’altro può creare disagio e difficoltà. I ragazzi che vengono allo sportello spesso portano la loro paura di essere esposti alla vergogna e al rifiuto da parte dell’altro se mostrassero altre parti di sé. Qui arrivano rassicurati dalla consapevolezza di poter parlare o esprimersi liberamente senza che ció che mostrano di sé possa diventare di pubblico dominio. Allo stesso tempo, dalle loro parole, emerge anche la sensazione di dolore che provoca però il sentirsi trasparenti, il non esporsi, il nascondersi. È questo dolore che li spinge ad uscire dalla dimensione, per così dire, d’ombra e che nutre il desiderio di cambiamento che li spinge, in qualche modo, a chiedere aiuto. Prendere consapevolezza della legittimità di questa ambivalenza permette ai ragazzi, gradualmente, di “scoprirsi” un po’ di più e mettere in atto il cambiamento che desiderano. Senza un lavoro progressivo che sia rispettoso del loro equilibrio tra paura e desiderio, si rischia di spingerli alla chiusura. Il più delle volte sono loro stessi a riconoscere che quanto li preoccupa è meno spaventoso di quello che credevano. Tuttavia, si deve riconoscere che non sempre questa consapevolezza è sufficiente, soprattutto quando oltre alla paura della vergogna il desiderio di attuare un cambiamento è frenato anche dalla paura di perdere una situazione di stabilità che, seppur dolorosa, è sicura e conosciuta, cioè rappresenta una certezza in mezzo ai tanti cambiamenti che l’adolescente sta affrontando. Ad ogni modo, sostenere questo desiderio che spinge ad uscire dall’ombra, legittimando il bisogno di ammirazione, è un passo verso la costruzione di un adulto più sicuro, che possa tollerare le situazioni in cui si troverà “sotto i riflettori”, pur consapevole di poter essere esposto alla vergogna.