Il tempo che stiamo vivendo si staglia per molti di noi come una specie di limbo in cui l’esistenza ordinaria è sospesa, a maggior ragione per chi ormai da parecchie settimane non esce più di casa. Ma anche per quanti stanno continuando a lavorare si è comunque interrotto il fluire della vita sociale, rimasta congelata ai primi giorni di marzo 2020, fatta eccezione per le interazioni con le persone che condividono il nostro stesso tetto, che, al contrario, adesso per molti hanno invaso quasi tutta la realtà presente. All’interno di un simile scenario potremmo facilmente sentirci portati a reinventare routine giornaliere che escludono molte delle persone che prima eravamo abituati a frequentare (amici, compagni di circolo, colleghi ecc…), salvo qualche breve conversazione all’interno di chat private o di gruppo. Tuttavia, come evidenziano studi psicosociali, proprio i rapporti di amicizia qualitativamente validi rappresentano uno degli ingredienti più importanti per la ricetta della felicità e, dunque, per il nostro benessere psico-fisico, in questo momento già, peraltro, duramente provato da agenti stressogeni e vissuti emotivi fuori dall’ordinario (come la paura della malattia e della morte in riferimento ad una patologia specifica che abbiamo imparato a conoscere soltanto negli ultimi mesi in tutta la sua aggressività, l’incertezza economica e in generale la prospettiva di un futuro oggi più incerto che mai). Pertanto, forti delle possibilità inedite nella storia dell’umanità che la tecnologia oggi ci offre, malgrado l’isolamento fisico a cui siamo costretti, non dovremmo certo rinunciare alle ondate di emozioni positive che gli amici possono sollevare anche nel mare, a tratti pietrificato da una piattezza quasi spettrale, di questo nostro tempo. E nell’orientarci verso tale intenzione è anche molto importante tenere presente che la ricchezza delle risonanze emotive degli incontri con le persone che amiamo è fortemente condizionata dalla possibilità di entrare in contatto con l’altro attraverso la molteplicità dei canali non verbali che sono inevitabilmente amputati dalle conversazioni in chat, come le espressioni del volto, la gestualità e il tono della voce. Pertanto, è fortemente consigliabile, ritagliarsi anche dei momenti dedicati ad appuntamenti virtuali con una sola o più persone affettivamente significative, sfruttando la galassia di opportunità hi-tech che oggi abbiamo a disposizione, a partire dalle semplici videochiamate tramite Skype o whatsapp.
Stefania Micca
tirocinante psicologa del Centro di Psicologia Ulisse