Riflessioni sui cambiamenti della quarantena
Questo virus ci ha tolto tanto, a qualcuno ha tolto addirittura troppo, ci ha tenuto lontano da alcuni dei nostri affetti più cari, dal nostro normale lavoro, dalle nostre routine. Ha trasformato tutti: insegnanti in abili esperti informatici, genitori in aiuto insegnanti e giocolieri, manager in provetti cuochi ed esperti di pulizie, medici, infermieri e personale sanitario in eroi con le mascherine. Ci ha costretti in casa, tra quattro mura, e per qualcuno purtroppo quelle mura si sono trasformate in una prigione fisica, mentale; e chi magari invece voleva stare attorniato da quelle quattro mura che lo proteggessero, è stato costretto ad uscire, a turni e lavori massacranti. È stata dura e chissà per quanto lo sarà ancora, chissà dov’è la famosa luce in fondo al tunnel, chissà quando si tornerà ad una normalità, chissà se sentiremo davvero di nuovo nostra la normalità. In un mare di riflessioni, spesso negative, però spunta un sorriso sul volto, al pensiero che forse qualcosa è stato conquistato con questa reclusione, che forse a qualcuno, quando la tempesta sarà passata, qualcosa mancherà di questo nuovo oggi. Magari a qualche genitore mancherà il non poter vedere, minuto dopo minuto, la crescita e il costante cambiamento di un figlio; magari a qualcuno mancherà avere il tempo necessario per parlare con i propri cari e il potersi dedicare un po’ a sé; magari, a qualche bambino in difficoltà, mancherà il pc come aiuto valido per apprendere; magari a qualche insegnante mancherà il rapporto di maggior solidarietà con colleghi e genitori, magari ci mancheranno le tante espressioni di solidarietà inattesa, che abbiamo visto in queste settimane. Perché, prendendo spunto da una famosa canzone, “Forse alla fine di questa triste storia, qualcuno troverà il coraggio […]per vivere davvero ogni momento” … o almeno lo spero.
Cristina Torreri
Logopedista
Centro di Psicologia Ulisse